Le decisioni di Washington sono le prove inconfutabili della necessità di un cambiamento geopolitico multipolare

Le linee politiche occidentali decise a Washington stanno diventando sempre più insensate e scontate nonchè pericolose e controproducenti. Barack Obama in veste di  presidente uscente sta sferrando gli ultimi colpi con l'intento evidente di  far degenerare il più possibile i rapporti con la Russia di Putin così da lasciare in eredità a Donald Trump una situazione compromessa. Dopo il successo della coalizione russo-siriana nella liberazione di Aleppo, le numerose prove del sostegno all’ISIS da parte degli USA e dei loro alleati, notizie che ovviamente la maggior parte dei mezzi di informazione non si sono degnati di divulgare, la possibilità con Trump di un riavvicinamento degli USA alla Russia che sulla carta rappresenterebbe un'inversione di tendenza ripetto a quella per cui si sono investiti anni e soldi nel progetto di egemonia militare e finanziaria degli USA nel mondo, traspare oggi un certo panico da quella parte dell’establishment che appoggia Obama e la Clinton e che non è disposta ad accettare la “inaspettata” sconfitta elettorale. Il PNAC (Project for the New American Century), progetto con cui l’establishment neoconservatore dalla fine degli anni 90 delineava la politica estera e di difesa atta a realizzare l'affermazione della supremazia militare ed economica degli USA su scala globale rischierebbe ora di non trovare nuova linfa vitale nel nuovo presidente eletto, anche se questo in ogni caso è ancora tutto da dimostrare. Ma a quanto pare ormai ogni occasione è buona per gettare benzina sul fuoco ed aumentare il caos sulla scena geopolitica internazionale. Quelli di Washington sembrano piuttosto i colpi disperati di un pugile stretto all’angolo, principalmente a causa del suo stesso comportamento irresponsabile ed arrogante, che si rifiuta di accettare i cambiamenti globali di fronte ai quali non è più il protagonista principale ed il solo a poter decidere. Idealmente gli Stati Uniti dovrebbero prendere atto delle mutate condizioni geopolitiche ed iniziare a negoziare alla pari con il resto del mondo, Russia e Cina in primis, riattivando e valorizzando la cooperazione attraverso tutte le più importanti istituzioni internazionali a cominciare dall’ONU, grazie alle quali ridisegnare un nuovo modello di mondo multipolare che sia in grado di garantire pace e prosperità ai popoli e alle nazioni.